Marina Sissa ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano. È responsabile del settore “Mostre d’Arte Visiva” del Gruppo Artistico AICS Cremona Arte.Ha insegnato Disegno e Pittura. Le sue prime esposizioni risalgono agli anni ‘70, e nel 1989 realizza la sua prima personale nelle sale espositive del Comune di Sesto ed Uniti. In seguito le sue opere sono ospitate in numerose rassegne d’arte italiane de estere: Spagna, Svizzera, Stati Uniti, Francia. Ha ricevuto premi e riconoscimenti in importanti concorsi di pitturatra i quali il “Primo Premio Agazzi” e il “Premio Firenze”. Le sue opere sono presenti in collezioni private ed anche pubbliche come per esempio l’Istituto Italiano di Barcellona, il MIM – Museo In Motion di San Pietro in Cerro (PC), presso la CCIAA di Cremona, i locali del Comune di Cremona ed altre.
La produzione pittorica della pittrice Marina Sissa è caratterizzata nel corso del tempo da due elementi costantemente presenti: la bicicletta e il colore. Il mezzo di trasporto più comune e più utilizzato nella città di Cremona diventa soggetto principale e fonte di ispirazione per l’artista che, partendo dal dato realistico, trasforma l’oggetto in soggetto, la quotidianità in fantasia, la concretezza in astrazione.
In alcuni casi il mezzo di trasporto è declinato nella sua forma più consueta come presenza costante nella vita della città. Le biciclette dominano la scena all’ombra della cattedrale, nella piazza del mercato, nei vicoli della città. Ruote incastrate fra sellini e manubri occupano la scena tanto da definire e promuovere uno stile di vita, una presenza viva e costante nella vita della città di Cremona, dei cremonesi stessi.
In altri casi è il veicolo che si trasforma in altra materia, diventa lui stesso elemento decorativo, dettaglio replicato che crea altre forme, che plasma altri oggetti. La bicicletta è idea, è capigliatura e al tempo stesso forma del pensiero, è germoglio di una pianta a primavera.
La presenza della bicicletta è fondamentale e accuratamente studiata tanto quanto l’uso del colore. Vivace, denso, vario. Le tonalità che frequentemente si ripetono nelle tele dell’artista sono diventate nel corso del tempo il dato stilistico più comune dell’artista e hanno insegnato al pubblico a riconoscere ad una prima vista l’autrice delle opere. I colori sono complementari tra loro, accostati con precisione e senso estetico tanto da produrre un piacevole contrasto di toni e luci perché possano inserire l’oggetto in un contesto fra il reale e il fantastico. dalla scenografica piazza del Comune, ecco apparire prepotentemente un gruppo di coloratissime biciclette che apparentemente sembrano violare la tranquillità della piazza ma a guardar meglio l’opera rendono tutto più completo, più realistico ed è proprio quel tocco colorato e fantasioso che risveglia la realtà cittadina dal suo imponente silenzio.
Talvolta non è solo l’oggetto dell’opera ad essere realizzato con questa tecnica, ma è l’intero quadro ad essere colmato di colori che definiscono semplici sagome di uomini e monumenti ma che esplicitano, al contrario, ogni dettaglio meccanico del tanto caro veicolo. Fra sogno e realtà, fra colori chiari e scuri, la bicicletta diventa paradigma della vita dei cittadini cremonesi che nella frenesia della quotidianità possono soffermarsi a contemplare quell’oggetto che non è solo mezzo di trasporto conveniente e necessario ma diventa volano per entrare in un mondo fantastico fatto di forme, sagome, persone e colori.
Elena Poli